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C’è una intercettazione che potrebbe riscrivere la storia del 5 giugno 1999, quando Marco Pantani fu estromesso da un Giro d’Italia stravinto per un valore di ematocrito (51,9) oltre la soglia consentita (50). Una vera e propria “confessione” involontaria da parte di un affiliato alla camorra: la criminalità organizzata avrebbe pianificato e portato a termine l’esclusione del Pirata dalla corsa rosa. Il motivo? Economico, in primis: c’era sul tavolo un vortice di scommesse clandestine miliardarie con il romagnolo vincente. (…) Non è una novità la pista della camorra “regista” nello stop di Pantani. Spunta già nel 1999: a raccontarla non è uno qualunque, ma Renato Vallanzasca che nella sua biografia, uscita pochi mesi dopo il 5 giugno, racconta: “Un membro di un clan camorristico, mio vicino di cella, mi consigliò fin dalle prime tappe di puntare tutti i soldi che avevo sulla vittoria dei rivali di Pantani. Alle mie obiezioni sulla forza dimostrata in salita dal Pirata, rispondeva: “Non so come, ma il pelatino non arriva a Milano. Fidati.” (Francesco Ceniti, La Gazzetta dello Sport, 25 Settembre 2015)

Per onorare la memoria di Marco Pantani, restituirgli la dignità di uomo e di sportivo, e farlo “arrivare a Milano” almeno moralmente, il prossimo 5 Giugno, nel suggestivo Circolo ARCI Cicco Simonetta di Milano, verrà presentato “D5, Pantani” lo spettacolo dedicato al campione romagnolo scomparso nel 2004.

L’opera, con gli attori Sebastiano Gavasso e Alessandro Lui, entrambi già impegnati nel pluripremiato spettacolo Dignità Autonome di Prostituzione di Luciano Melchionna, nasce da un gruppo di artisti, autori, giornalisti e illustratori uniti dalla volontà di restituire a Marco Pantani la sua dignità di essere umano e di sportivo; volontà che ha portato il gruppo anche alla promozione su Change.org di una petizione contro l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Marco, in occasione dell’udienza del 24 Febbraio di fronte al GIP di Rimini (www.change.org/pantani ).

Il progetto muove dalla volontà di raccontare una vicenda dai contorni assurdi, trattata troppo spesso con menefreghismo, disattenzione e cattiveria. Una favola macabra, un sogno che si trasforma nel più nero degli incubi. Un’ombra invadente rimasta sulla fine – e sulla figura- di Marco Pantani, la stessa che anima i due attori in scena che passano dalla cronaca, dai fatti processuali e umani, all’assurdità delle invenzioni di chi ha deciso come questa storia dovesse andare a finire.

Gli attori danno voce a personaggi veri, profondi e realmente coinvolti ma, anche, a vere e proprie maschere ridicole e ben riconoscibili, surreali ma familiari. Il pubblico si troverà inevitabilmente circondato da linguaggi omologati, standard, finti, plastificati, che tentano di schiacciare senza pietà la personalità di quella porzione di reale ancora genuina, quella parte di mondo che non merita di “far parte del giro”.

Uno spettacolo, dunque, che vuole informare, coinvolgere e appassionare, realizzato con la consulenza tecnica di Francesco Ceniti, giornalista de La Gazzetta dello Sport e co-autore con Tonina Pantani del libro In nome di Marco, e con la collaborazione dell’illustratore Enrico Cicchetti e del gruppo punk rock francese Les Wampas.

Dopo una breve anteprima ad Udine presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, in occasione del Premio Giovani Realtà del Teatro 2015, e in attesa di essere ospitato la prossima stagione teatrale, il 5 giugno 2016 lo spettacolo di Chiara Spoletini approderà a Milano al CIRCOLO ARCI CICCO SIMONETTA in forma di mise en éspace , coadiuvata dagli interventi di Francesco Ceniti e dalle illustrazioni di Enrico Cicchetti.

Un evento gratuito dedicato a Marco e a tutti coloro che vogliono pedalare con lui e per lui, per restituirgli la dignità che gli è stata rubata due volte: il 5 Giugno del 1999 e il 14 Febbraio del 2004.